Save è la società che dal 1987 gestisce l’aeroporto Marco Polo di Venezia che, in tempi più recenti, si è trasformato da uno dei tanti medi aeroporti italiani a terzo scalo intercontinentale del Belpaese. Una crescita esponenziale mostrata con orgoglio dal suo presidente Enrico Marchi: le tappe più significative vengono percorse nel nuovo millennio, con l’apertura del nuovo terminal nel 2002 e l’entrata in nuovi business di servizi, tra cui quello del food&beverage e retail. Sempre nei primi anni 2000 si avvia una strategia attenta anche ad altre realtà del settore dei trasporti, che inizia con l’acquisizione del 40% di Centostazioni (gestisce 103 stazioni ferroviarie italiane di medie dimensioni); nel frattempo (2005) SAVE si quota in borsa con un aumento di capitale di 160 milioni di euro e nel 2007 aumenta la sua partecipazione nella società di gestione dell’aeroporto di Treviso (Venezia e Treviso costituiscono un unico sistema aeroportuale), che nel 2007 inaugura la nuova aerostazione, necessaria per la gestione dei crescenti volumi di traffico. Il 2009 vede Save entrare con il 27,6% nell’aeroporto belga di Charleroi, lo stesso anno lo scalo di Treviso ottiene la concessione quarantennale da parte di Enac (Ente nazionale per l’aviazione civile). A fine 2012, Save firma con Enac il Contratto di Programma, che permette l’avvio di importanti interventi infrastrutturali all’aeroporto di Venezia per un importo complessivo di 650 milioni di euro nel periodo 2012-2021. L’incremento progressivo dei voli si attesta negli oltre 8,7 milioni di passeggeri previsti a chiusura 2015, cifra che sale a oltre 11 milioni se si include Treviso. Il risultato netto del Gruppo SAVE nel 2014 è stato pari a 27,4 milioni di euro.
Alla base del successo Marchi mette lo spirito imprenditoriale più puro. «Attualmente sono oltre 50 le compagnie aeree che operano a Venezia. Questo è frutto di un lavoro costante e di una programmazione molto attenta, unita alla volontà di offrire alla nostra utenza sempre nuovi servizi. Il risultato è un mix di traffico solido, equilibrato e duraturo, che comprende ogni segmento, dalle compagnie tradizionali a quelle low cost (ricordiamo tra l’altro che il primo aeroporto utilizzato in Italia da Ryanair è stato quello di Treviso) e a Venezia in particolare ha sviluppato i collegamenti intercontinentali. I risultati ottenuti evidenziano una crescita eccezionale, unica nel territorio nel settore dei trasporti». In termini di occupazione le ricadute sono molto positive. I dati societari parlano di oltre 7.400 lavoratori impiegati al Marco Polo, di cui 825 nella capogruppo Save e le sue controllate Triveneto Sicurezza, Save Engineering e Marco Polo Park, e i restanti appartenenti a oltre 300 diverse imprese. A questi vanno aggiunti altri 11mila addetti nell’indotto, oltre all’organico dell’aeroporto di Treviso composto da 150 persone. Altro dato significativo, sono oltre 900 i fornitori di Save per il solo aeroporto di Venezia.
Il Presidente di Save mette in evidenza «la professionalità e l’impegno profusi quotidianamente dal management e da tutti i dipendenti della società». Ma l’impegno va oltre il perimetro di Venezia e Treviso, e il Polo aeroportuale del Nord Est, di recente costituito, comprende oggi anche gli aeroporti di Verona e Brescia «per i quali è in corso un progetto di integrazione e rilancio».
«Il settore del trasporto aereo promette bene anche per i prossimi anni». Marchi manifesta ottimismo quando gli si parla delle sfide future. Ed evidenzia a proposito altri dati: «Il Master Plan dell’aeroporto di Venezia al 2021 prevede investimenti importanti, tra questi 40 milioni sono destinati a progetti per la sostenibilità ambientale, comprensivi della centrale di trigenerazione attualmente in corso di realizzazione». Attualmente sono 8 i cantieri attivi per la realizzazione di nuove infrastrutture, tra cui l’ampliamento del terminal passeggeri, il nuovo terminal acqueo e il moving walkway di collegamento tra la darsena e l’aerostazione.